Intorno al 2200 a.C erano penetrati in Grecia i primi gruppi di Indoeuropei: gli Ioni, gli Eoli e gli Achei. Questi ultimi erano forti guerrieri, lavoravano il bronzo e conoscevano il cavallo. Fondarono sulle alture numerose città stato, indipendenti e con un governo autonomo, proprie leggi e un proprio esercito: la Polis.
Comuni a tutti i greci erano la lingua, la religione e molti costumi, tanto che si sentivano parte di un’unica civiltà, quella Ellenica.
La Polis comprendeva la città edificata e le terre circostanti, all’interno nella parte più alta sorgeva l’Acropoli, con i templi e gli edifici della pubblica amministrazione. Nella parte bassa della città, fra le case e le botteghe, si apriva una vasta piazza, l’agorà. Edifici pubblici importanti erano il teatro e il ginnasio, attorno alla città si estendeva la campagna.
Nella Civica Galleria del Figurino Storico di osimo è presente una fedele ricostruzione della Polis greca realizzata con i nostri soldatini.
Roma è stata definita “caput mundi”: capitale del mondo. Infatti questa città, sorta 2700 anni fa sulle sponde del fiume Tevere, riuscì a conquistare il dominio del mondo allora conosciuto. Come fu possibile? Quando Roma sorse non era che un piccolo villaggio di pastori, ma grazie ad un esercito formidabile e perfettamente organizzato e alla capacità di diffondere la propria cultura e le proprie forme di governo, riuscì ad ottenere il controllo di un territorio straordinariamente vasto. Le conquiste avvennero lentamente, nell’arco di 700 anni attraverso tre fasi: la monarchia, la repubblica e l’impero.
Il mondo di allora
Sotto l’imperatore Traiano nel 115 d.C l’impero romano conobbe la sua massima espansione, si estendeva dalla Scozia fino ai margini dell’Iran e dal Sahara fino al Mar del Nord. Ovunque la lingua ufficiale era il latino, ovunque si pagava in sesterzi e ovunque la legge era soltanto quella romana. La popolazione di questo impero coì grande era relativamente poco numerosa: arrivava appena a 50 milioni di abitanti, quasi quanti ce ne sono oggi in Italia. A difesa di questo mondo c’erano le legioni che stanziavano nei punti più delicati dell’Impero. Il cuore di tutto questo era Roma, posta al centro dell’impero, una città ricca di cultura letteraria, giuridica e filosofica; qui si poteva incontrare persone diversissime, dalle ricche matrone nelle lettighe, medici greci, senatori, marinai spagnoli, sacerdoti egizi, schiavi e prostitute. Roma era la città più popolosa del pianeta con 1 milione e mezzo di abitanti.
La Domus, la casa dei patrizi
I patrizi abitavano in bellissime case, le domus, composte da vari ambienti. L’ingresso, posto su un lato corto, conduceva nell’atrio, una specie di cortile con al centro l’impluvio, una vasca per raccogliere l’acqua piovana. Ai lati dell’atrio si trovavano i cubicoli, le camere da letto con le pareti affrescate e i pavimenti decorati con i mosaici. Il triclinio era la sala dei banchetti vicino alla cucina, dove lavoravano come domestici molti schiavi. Le domus erano riscaldate grazie a tubi di terracotta incassati nelle pareti, in cui circolava aria calda.
L’Insula, la casa dei plebei
I plebei abitavano in condomini a più piani. L’insula sorgeva attorno ad un cortile dotato di fontana per attingere l’acqua, le stanze degli appartamenti, i cenacoli, erano piccole e poco illuminate e ospitavano famiglie intere. Erano calde d’estate e fredde d’inverno e per riscaldarsi i plebei dovevano accendere braceri, a causa dei quali gli incendi erano all’ordine del giorno. Non c’erano bagni e per i bisogni si usavano un vaso che veniva vuotato direttamente in strada. Al pian terreno c’erano le botteghe degli antiquari, chiamate taberne.
Roma come… un grande campeggio!
Le abitazioni degli antichi romani erano piccole, buie e senza servizi igienici, quindi la stragrande maggioranza della gente era obbligata a uscire di casa per usufruire dei servizi pubblici collettivi, esattamente come nei camping di oggi; la conseguenza era che le strade erano sempre piene. Era un modo di vivere la città che oggi non conosciamo più.
Le strade di Roma
Le strade erano larghe, ben fatte, lastricate di pietra e permettevano di superare montagne e fiumi, rendendo lo spostamento dell’esercito rapido e più efficiente il commercio. Le strade venivano utilizzate anche dai corrieri a cavallo per il servizio di posta. Ogni 10-15 km si trovavano le locande in cui era possibile rifocillarsi e cambiare i cavalli.
Il Foro Boario, il mercato del bestiame
Il mercato del bestiame era veramente enorme, si svolgeva in una piazza ricoperta da una distesa di bancarelle, recinti, casupole; la carne era esposta in banconi privi di qualsiasi igiene. I buoi, le mucche e anche i cavalli erano più bassi dei nostri; se un antico romano visitasse una nostra fattoria sarebbe impressionato dalle dimensioni enormi dei nostri animali.
Il mercato degli schiavi
Come molti popoli dell’antichità, i romani avevano gli schiavi. Si trattavano di uomini, donne e bambini fatti prigionieri durante la guerra, bambini abbandonati e anche cittadini indebitati. Lo schiavo non aveva nessun diritto, il padrone poteva acquistarlo, affittarlo o venderlo, picchiarlo e ucciderlo. A Roma e nelle grandi città, i mercanti vendevano gli schiavi all’asta, il loro valore dipendeva dal sesso e dal mestiere che svolgeva: si andava da una media di 2000 sesterzi fino ad un milione per un medico.
Il Foro romano
Il cuore della città era il Foro, che si presentava come una grande spianata di colore bianco abbagliante che si sposava magnificamente con l’azzurro del cielo. In mezzo al foro si trovavano alberi, bellissime statue, monumenti, il senato e il Tribunale. Il foro era anche il giornale dell’epoca: qui si apprendeva notizie, si parlava di politica e per i ricchi era il palcoscenico per ostentare la propria opulenza.
I “WC” nell’antica Roma
La maggior parte degli abitanti di Roma non avevano il gabinetto in casa, per cui l’unica soluzione era andare nelle latrine pubbliche. Quello che più stupisce di questi gabinetti era la totale mancanza di privacy, tutti si sedevano su un lungo bancone di marmo, uno accanto all’altro mentre “espletavano” si chiacchierava con il vicino o si raccontava barzellette.
I massacri nell’Anfiteatro
I romani seguivano con passione lo spettacolo della lotta tra gladiatori che si svolgevano negli anfiteatri, il più grande era il Colosseo. I gladiatori erano per lo più prigionieri di guerra oppure plebei molto robusti che per soldi affrontavano i combattimenti. Qualche volta i gladiatori combattevano contro belve feroci che arrivavano a Roma dalle province africane. Il Colosseo è rimasto in uso ininterrottamente anche per 120 giorni, durante i quali sono stati uccisi ben 11.000 belve e 10.000 gladiatori.
Come venivano smaltiti tutti questi cadaveri? Gettandoli nei dirupi o utilizzando le carcasse degli animali come cibo per le classi povere.
Gli Acquedotti
I romani costruirono numerosi acquedotti per il rifornimento idrico della città, in epoca imperiale a Roma giungevano 11 acquedotti. Per prima cosa si cercavano sorgenti poste in collina, poi si incanalava l’acqua in un condotto costruito in modo da avere una certa pendenza lungo tutto il tragitto, era importante che la pendenza rimanesse costante per mantenere la giusta pressione. All’ingrasso della città, l’acqua era raccolta in serbatoi e poi distribuita.
Le Terme
A Roma poche abitazioni avevano i servizi igienici, per cui la gente frequentavano gli stabilimenti termali: potevano entrare patrizi, plebei, donne e bambini. Alle terme non si andava soltanto per curare l’igiene del corpo, ma anche per l’attività sportiva, parlare e concludere affari. Le sale e l’acqua erano riscaldate da fornaci sotterranee alimentate dagli schiavi. Dopo essersi spogliato in una sala apposita, il cliente entrava nel calidarium, locale caldo e denso di vapore, poi si rinfrescava nel tiepidarium, locale tiepido dove alcuni inservienti gli massaggiavano il corpo con oli e unguenti, infine entravano nel frigidarium, per fare un bagno freddo e riattivare la circolazione del sangue.
Merci provenienti da tutto l’Impero
Il commercio era molto attivo grazie alle strade, alle vie di trasporto sui fiumi e ai porti del Mediterraneo. Roma esportava vino, olio, cereali e oggetti di oreficeria; importava lino dall’Egitto, seta dalla Cina, cotone dall’India, spezie e perle dall’Estremo Oriente, anche il grano veniva importato e i paesi fornitori erano il Nord Africa e l’Egitto, da dove partivano le navi onorarie cariche di grano per arrivare al porto di Ostia e veniva depositato nei grandi magazzini della città.
L’Esercito Romano
Nei primi tempi a Roma non esisteva un vero e proprio esercito. Le guerre che Roma dovette sostenere all’inizio erano dei piccoli scontri con le città confinanti, che si risolvevano con devastazioni di campi e furti di bestiame. Erano dunque le famiglie dei patrizi dei patrizi a fare la guerra: soltanto esse possedevano terreni da difendere e denaro per acquistare armi e cavalli, solo più tardi Roma costituì un esercito vero e proprio. La popolazione fu divisa in classi sociali ed ognuna doveva fornire uomini per la difesa di Roma. L’esercito era diviso in legioni, termine che significava “gruppo scelto”, il servizio militare durava 20 anni e venivano arruolati tutti i maschi tra i 17 e i 46 anni. Quando la legione scendeva in battaglia, veniva schierata su quattro file: davanti vi erano i legionari armati di frecce e fionde; seguivano quelli armati di giavellotti; poi c’erano i soldati più anziani ed esperti; chiudevano lo schieramento i fanti scelti che intervenivano nel momento finale della battaglia con armi corte per la lotta corpo a corpo. La cavalleria si disponeva sui lati dello schieramento per accerchiare la fanteria avversaria, una famosa tecnica di combattimento era la testuggine, in cui i soldati avanzavano in file strette alzando lo scudo sopra la testa per evitare le frecce dei nemici. Per attaccare le mura difensive di una città, i romani utilizzavano le macchine da guerra, come le catapulte, l’ariete e la torre mobile.
La fine dell’Impero Romano d’Occidente e le invasioni barbariche
Tra il 300 e il 500 d. C l’impero romano d’Occidente fu invaso da popolazioni nomadi, i Germani, che i romani chiamavano Barbari. I romani non furono capaci di resistere ai Germani perché l’impero era diventato troppo grande, per governarlo servivano tanti funzionari e per difendere i confini un grande esercito, per questo ci voleva molto denaro e le tasse erano sempre di più; molti cittadini romani non riuscivano più a pagare le tasse e lo Stato si impoveriva. Per queste cause nel 476 l’Impero Romano d’Occidente finì e il suo territorio fu diviso tra le varie tribù dei germani.
Nel 1814 gli stati di Russia, Austria e Prussia si unirono dopo il Congresso di Vienna nella Santa Alleanza con l’impegno reciproco di aiutarsi per garantire la pace e intervenire in caso di rivolte. In Europa si stava diffondendo il liberalismo, una nuova idea politica in cui gli uomini dovevano essere liberi. Nell’Italia divisa in tanti stati e in parte controllata dagli austriaci, cominciò in questi anni il Risorgimento, un movimento che dopo qualche decennio portò all’indipendenza e all’unità del nostro Paese attraverso le guerre di indipendenza:
– nel 1848 il re di Sardegna, Carlo Alberto dichiara guerra all’Austria me venne sconfitto;
– nel 1859 i Piemontesi alleati dei Francesi sconfiggono gli austriaci, ma Napoleone III firma la pace senza informare gli alleati. L’Austria cede la Lombardia al Regno di Sardegna, ma tiene il Veneto, mentre Toscana, Romagna, Parma e Modena decidono di unirsi al Regno di Sardegna;
– Nel 1860 viene organizzata una spedizione di oltre mille volontari in Sicilia guidata da Giuseppe Garibaldi che conquista il Regno delle Due Sicilie. I Piemontesi conquistano le Marche con la battaglia di Castelfidardo;
– Nel 1861 viene proclamato il Regno d’Italia.
Il 1 settembre del 1939, Adolf Hitler invase la Polonia con il suo esercito, mentre il 3 settembre l’Inghilterra e Francis dichiarano guerra alla Germania.
Hitler conquista la Francia
Nel giugno del 1940 Hitler aggirando le truppe franco-inglesi entra a Parigi e la Francia è sconfitta.
Solo l’Inghilterra vince contro Hitler
Dopo la conquista della Francia nell’estate del 1940 Hitler scatena una guerra aerea contro gli inglesi, però i tedeschi furono sconfitti.
L’Italia entra in guerra
Il 10 giugno 1940 Benito Mussolini dichiara l’entrata in guerra a fianco della Germania.
Il 1941 è un anno cruciale per le sorti del conflitto
– L’aggressione tedesca in URSS determina l’entrata in guerra della Russia.
– Lo scontro tra inglesi-tedeschi e italiani in Africa
– Entra in guerra gli Stati Uniti
Tedeschi-Giapponesi-Italiani formano le potenze dell’Asse
Francesi-Inglesi-Americani formano le potenze degli Alleati
Il Giappone attacca gli Stati Uniti
Nel 1941 entra in guerra anche l’America perché il Giappone bombardò la base navale di Pearl Harbor.
Nel 1943 gli alleati avanzano e le potenze dell’asse retrocedono
Nel 1943 fu l’anno della svolta perché si rovesciano i fronti, le truppe italo-tedesche vengono sconfitte sia in Russia che in Africa, i Russi avanzano verso la Germania Est e gli americani il 6 giugno 1944 sbarcano in Normandia per occupare la Germania.
La fine del nazismo
Nel marzo 1945 le forze americani liberano Belgio e Olanda e invadono la Germania, Hitler si suicidò e il 2 settembre 1945 finisce la seconda guerra mondiale